PROSPERO CRAVEDI FOTOGRAFO
PIACENZA, LA CITTÀ CHE CAMBIA. LUOGHI E VOLTI DELLA REALTÀ URBANA
Fotografie di Prospero Cravedi dagli anni ’60 agli anni ’80
23 novembre 2024 – 30 marzo 2025
Spazio Mostre della Fondazione di Piacenza e Vigevano,
Via Sant’Eufemia 13
ORARI
Da lunedì a venerdì su prenotazione
Sabato e domenica
10-12-30 e 15-19
(ingesso gratuito)
Apertura straordinaria il 6 gennaio 2025
Info e prenotazioni: tel. 0523.311111 info@fondazionepiacenzavigevano.it
CRAVEDI. L'OCCHIO DI PIACENZA
Prospero Cravedi non era un fotografo specializzato nell’architettura. Ma il suo rapporto con la città di Piacenza – i suoi luoghi, le sue figure più rappresentative, anche i suoi edifici – fanno della ricca opera confluita oggi nell’Archivio Cravedi uno strumento prezioso di conoscenza della realtà urbana, anche contemporanea.
Nel 1977 una pubblicazione, Piacenza: un’alternativa per il centro storico, redatta dal Comune in occasione dell’elaborazione di un piano urbanistico, è interamente illustrata con sue fotografie. La capacità narrativa va a costituire un vero e proprio saggio sulla condizione urbana locale. In quelle foto non troviamo le rigorose geometrie di Gianni Croce o la meticolosa professionalità dei fratelli Erminio e Eugenio Manzotti; sono altra cosa anche dalle pose animate del raffinato flaneur della fotografia piacentina Giulio Milani.
Nell’opera di Cravedi gli edifici non sono oggetti isolati dal contesto – quasi ricondotti a natura morta, come praticato da tanta fotografia specializzata – ma pienamente integrati. L’immagine sembra nutrirsi dei volti e dei comportamenti di una comunità; racconta, senza pause e con grande empatia, le figure che conferiscono dimensione storica e sociale alle storie.
Proprio a partire da quelle immagini pubblicate nel 1977, per la mostra Piacenza, la città che cambia si è sviluppata una approfondita selezione nell’archivio Cravedi così da definire i capitoli di un ritratto della città specificamente orientato all’architettura e al paesaggio urbano. Vuole essere un racconto che va oltre la restituzione della qualità degli edifici realizzati, di quelli nuovi, di quelli storici o di quelli abbandonati.
CULTURA E PROGETTI NELL’EX MACELLO
Il primo capitolo, in collaborazione con il Polo territoriale di Piacenza del Politecnico di Milano, si è inaugurato il 13 settembre scorso nella sede universitaria nell’ex Macello, uno dei casi di rigenerazione urbana più significativi della nostra realtà, con installazioni site specific e apparati tratti dal lavoro di Cravedi su quei luoghi oggi sede universitaria: l’ex Macello e la ex Caserma di Via Neve.
LUOGHI E VOLTI DELLA REALTÀ URBANA
La mostra che inaugurerà nello Spazio Mostre della Fondazione di Piacenza e Vigevano estende la ricerca di Cravedi, a partire da quell’indagine urbanistica del 1977, ad altri aspetti, soprattutto umani del suo lavoro sulla città. Oltre 150 fotografie saranno articolate per sezioni: Un’idea di città renderà conto dell’intenso lavoro del fotografo, nel 1977, sull’urbanistica di Piacenza; Fuori porta, sulle indagini intorno ai margini della città, i luoghi del loisir, ma anche i margini sociali nel corso della trasformazione della città; Dalla cattedrale al sarcofago, inerente la vicenda della centrale nucleare di Caorso; I frati, le suore, la gente, muoverà dalle storie intorno all’Ex Convento Santa Chiara e alla Ex Caserma della Neve, con fotografie che restituiscono le recenti trasformazioni di quegli edifici storici, abbandonati e ora in parte recuperati alla collettività. Coltivare la città mostrerà immagini che restituiscono aree investite dal cambiamento del territorio nel secondo dopoguerra, con casi esemplari come quello degli Orti Degani; Lo sport in città mostrerà, con immagini di cronaca sportiva ma non solo, il mutare dello sfondo e del contesto di attività sportive, nelle differenti declinazioni amatoriali e professionali. Uno nessuno centomila riguarda il mostrarsi della comunità e il suo agire negli spazi urbani nella quotidianità e in occasioni memorabili; i luoghi e i modi della socialità, degli incontri, sanno narrati nella sezione Ci vediamo, mentre i luoghi, le differenti maniere di fruire della cultura saranno raccontati con le foto della sezione L’arte abitata.
L’ARCHIVIO PROSPERO CRAVEDI
L’archivio del fotografo Prospero Cravedi (Piacenza 1935-2015), un nucleo di stampe, oltre un milione di immagini negative, è il frutto di una vita di lavoro, il racconto appassionato e appassionante di un pezzo importante del Novecento piacentino, italiano, ma soprattutto di un’idea di umanità che non ha confini.
Dagli inizi, un po’ casuali ma già fulminanti – lo sgombero della Camera del lavoro, 1954, in Via Borghetto, dove il giovanissimo Prospero si trova a fotografare i fatti e le figure, salvando rocambolescamente il rullino – vediamo la capacità di individuare il punto di vista, l’istante, la composizione più efficaci.